Storia di una ragazza di Pest by Ferenc Molnar

Storia di una ragazza di Pest by Ferenc Molnar

autore:Ferenc Molnar [Molnar, Ferenc]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Infinito ed.
pubblicato: 2022-06-14T22:00:00+00:00


​Dieci

La mattina dopo Elza e sua madre uscirono di casa con cautela e senza fare rumore, perché il babbo stava dormendo. Era pur vero che erano già le dieci e mezzo, ma il vecchio era tornato a casa dal club all’alba. Si avviarono un po’ tristi in direzione della galleria d’arte Műcsarnok. La notte trascorsa giocando a carte aveva scomposto i lineamenti del vecchio Brandt. Gli occhi gli vagavano da destra a sinistra e il volto aveva un’espressione ebete. Borbottò qualche parola di scusa ma non poté parlare più a lungo perché sua figlia e sua moglie se la filarono letteralmente in punta di piedi.

Strada facendo discorsero sull’opportunità o meno di andare a vedere la mostra con Miklós. Andando insieme a lui avrebbero fatto intuire al mondo che il giovane Gál apparteneva a loro. Ma la sera prima la mamma non aveva voluto e pur tentando di nasconderlo con sforzo penoso, tutto il suo atteggiamento indicava chiaramente che persino allora avrebbe preferito cambiare lo stato delle cose. Vermes le piaceva di più. In fin dei conti era un giovane avvocato promettente con uno studio ben avviato, una brava persona, un uomo del loro mondo e così via. Ma la ragazza era troppo scaltra e intelligente per lasciarsi circonvenire. Capì al volo l’intenzione di sua madre e glielo disse subito: «Mamma, sei assai trasparente!».

Non avendo altra scelta, la donna si strinse negli abiti spaventata al pensiero che avrebbe potuto essere lei la causa del matrimonio infelice di sua figlia. Si decise di predisporsi anche nel suo intimo alla combinazione che prevedeva Miklós marito di sua figlia.

Tuttavia fu ben contenta di scorgere Vermes che stava venendo incontro a loro in via Fürdő.

«Che fortuna! – esclamò il dottore –. Stavo proprio andando da voi per proporvi di andare a vedere la mostra insieme».

Proseguirono insieme. All’altezza di viale Andrássy il sole prese a splendere e intiepidì l’aria che divenne addirittura primaverile nel pieno dell’inverno. Sul marciapiede soleggiato i passanti si tallonavano in fitta fila. Strada facendo balenò loro in mente che una passeggiata al parco soleggiato sarebbe stata più piacevole della mostra. Tuttavia di fronte all’edificio del Műcsarnok ci ripensarono e vi entrarono.

Non era una consueta mostra budapestiana. Dietro la Basilica andava molto di moda denigrare, insieme ad alcuni spiriti giovani, i vecchi maestri foraggiati da conti conservatori e da Stati ancora più conservatori. I giovani maestri di questa mostra calpestavano con fiero orgoglio la via accidentata costruita da loro stessi. Qualcuno li contestava per conservatorismo, derideva la loro esposizione, paragonava le loro lune ad arance e i loro campi a spinaci. Altri li biasimavano perché erano alla moda come a Budapest c’erano scrittori, pittori e non artisti che campavano anticipando le mode di un passo.

Dietro la Basilica andava molto di moda prendere posizione a favore della nuova scuola. Elza e suoi andavano alla mostra per questo motivo.

Nella prima sala non c’era nessuno. Un ragazzo alto e pallido, uno dei “nuovi”, stava guardando un quadro. Lo esaminava a occhi stretti, con l’anima, e naturalmente il quadro era suo.



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